
Checklist da viaggio: i controlli che ogni camperista dovrebbe fare prima di partire
11 Maggio, 2025
Quando si sbarca all’Isola d’Elba con il camper, si ha subito la sensazione di essere entrati in un mondo a sé. Piccola, selvaggia, elegante e al tempo stesso semplice: è un luogo che invita a rallentare, a esplorare, a lasciarsi guidare dall’istinto. Così è stato per noi, che abbiamo percorso l’isola in lungo e in largo per diciassette giorni, seguendo il ritmo del sole, del mare e dei consigli raccolti lungo la strada.

Abbiamo iniziato il nostro viaggio da Marciana Marina, accogliendoci in un’area di sosta pulita, ordinata e ben attrezzata, l’area camper Moreno. Da qui, ogni sera si poteva raggiungere a piedi il lungomare, dove il paese si anima tra la Torre degli Appiani e le barche dei pescatori. È un piccolo borgo elegante ma ancora autentico, dove si respira la vera anima dell’Elba. Banalmente ci ha affascinato anche il fatto che in questo piccolo paese è stata girata la fiction “I delitti del BarLume“.

Dopo qualche giorno ci siamo spostati a Procchio, attraversando tratti panoramici tra pinete e macchia mediterranea. Qui il mare cambia volto: la lunga spiaggia sabbiosa invita a giornate lente, tra bagni turchesi e giochi con i bambini. In questa parte dell’isola, le distanze si accorciano ma il paesaggio muta continuamente: basta salire di qualche chilometro per raggiungere borghi come Poggio, che domina il mare da una terrazza naturale. Il centro storico, con le sue scalinate e le sue viuzze strette, è un piccolo gioiello incastonato nel verde.

La tappa successiva è stata Marina di Campo, dove abbiamo trovato uno dei pochi tratti pianeggianti dell’isola, con una lunga spiaggia e un’atmosfera vacanziera vivace. Da qui ci siamo mossi verso le località balneari più celebri: Cavoli, con i suoi scogli lisci e l’acqua trasparente, Fetovaia, incastonata in una baia protetta da promontori verdi, e Seccheto, più tranquilla e meno affollata. Ogni giorno sceglievamo una spiaggia diversa, ma spesso ci lasciavamo tentare da strade secondarie che conducevano a calette semi-deserte, accessibili solo a piedi o con piccole deviazioni.

Non potevamo ignorare l’anima storica dell’isola, e così ci siamo diretti a Portoferraio, la capitale, non solo in senso geografico. Qui si respira ancora la presenza di Napoleone Bonaparte, che visse all’Elba durante il suo esilio nel 1814. Abbiamo visitato le sue due residenze: Villa dei Mulini, affacciata sul mare nel cuore della città alta, con la biblioteca e i saloni restaurati, e Villa San Martino, nell’entroterra, circondata da vigne e silenzio, dove la vita privata dell’imperatore prende forma tra ritratti, cimeli e stanze intime.
Proprio l’entroterra ci ha stupiti. Da Poggio a Sant’Ilario, passando per le campagne intorno a Lacona e le colline di Capoliveri, l’isola mostra un volto meno conosciuto ma straordinario. Qui si trovano antichi castagneti, mulattiere, sentieri panoramici e silenzi preziosi. Un giorno abbiamo raggiunto il Monte Capanne con la cabinovia: da lassù, la vista a 360 gradi abbraccia tutta l’Elba e, nelle giornate limpide, persino la Corsica.
Uno dei momenti più sorprendenti è stato quando abbiamo visitato le miniere del Monte Calamita, nei pressi di Capoliveri. Qui si respira la memoria di un’isola che per secoli ha vissuto di ferro, estratto direttamente dalle sue viscere. Abbiamo fatto un’escursione guidata sia a piedi che con il trenino, che attraversa gallerie scavate nella roccia e si affaccia su paesaggi quasi lunari. I bambini erano incantati, e anche noi abbiamo riscoperto una parte di storia poco nota, fatta di fatica, ingegno e comunità. Il piccolo Museo della Vecchia Officina, vicino alla miniera, racconta tutto questo con oggetti, immagini e racconti toccanti.

Tra i borghi, Capoliveri è forse quello che ci ha colpiti di più: arroccato, pieno di botteghe, piazzette nascoste e scorci sul mare. Di sera, il centro si anima con musica dal vivo e mercatini, senza perdere la sua anima raccolta.
L’ultima tappa è stata Porto Azzurro, ordinata, elegante e affacciata su un porto vivo e luminoso. Qui ci siamo goduti gli ultimi giorni con passeggiate serali, spiagge come Barbarossa, e cene a base di pesce fresco guardando le luci riflesse sull’acqua.

Quando è arrivato il momento di ripartire, abbiamo lasciato l’Elba con una strana sensazione: quella di averla vista davvero, ma al tempo stesso di averne solo sfiorato l’anima. Forse è questo che rende il viaggio in camper sull’isola così speciale: ogni sosta può diventare casa, ogni deviazione un’avventura, ogni incontro un nuovo suggerimento da seguire.

E mentre il traghetto si allontanava da Portoferraio, sapevamo già che prima o poi… torneremo.
Il cambiamento di rotta: la scoperta dell’Abruzzo
Dopo l’Elba, pensavamo di tornare a casa, a Cosenza, e continuare il nostro viaggio verso il Cilento, un progetto che avevamo pianificato da tempo. Ma proprio a Marciana Marina, incontrando una famiglia romana durante una passeggiata, tutto è cambiato.

Ci hanno raccontato con tanto entusiasmo della loro recente esperienza in Abruzzo e delle bellezze montane che avevano appena scoperto. Le parole descrivevano Pescasseroli, Villetta Barrea, e i parchi naturali, e ci hanno invitato a considerare una deviazione. L’idea di esplorare una regione che non conoscevamo, con le sue valli verdi e le montagne a punta, ci ha incuriosito e abbiamo deciso all’istante di cambiare rotta.
Così, dopo un ultimo saluto all’Elba, ci siamo diretti verso l’Abruzzo, dove abbiamo vissuto un’esperienza completamente diversa. Il contrasto con il mare e la tranquillità delle spiagge dell’isola è stato immediato. Qui, immersi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, abbiamo esplorato paesaggi montani straordinari e scoperto borghi affascinanti come Pescasseroli e Villetta Barrea, dove abbiamo camminato tra boschi rigogliosi e respirato l’aria pura delle montagne.
Ogni angolo dell’Abruzzo sembrava raccontare una storia diversa, dalle antiche tradizioni montane alla presenza della natura incontaminata, dai sentieri selvaggi ai silenzi della montagna. L’incontro con la famiglia romana ci ha davvero cambiato i piani e regalato una nuova avventura che mai avremmo immaginato. Un viaggio che, pur lontano dal mare, ha avuto la stessa magia della nostra esperienza all’Elba.

E così, tra montagne e borghi montani, il nostro viaggio ha preso una piega inaspettata, ma ugualmente affascinante. L’Abruzzo ci ha accolti con il suo carattere selvaggio e autentico, offrendo un’esperienza che ci ha arricchito di nuovi colori e sensazioni.